Una settimana, quella internazionale dedicata al design ideata e
prodotta dall’Aiap, in cui Napoli si è posta come capitale europea del
design grafico, accogliendo generosamente i numerosi ospiti e quanti
sono arrivati in città per seguire tutti gli incontri organizzati per
la fitta manifestazione, in cui si sono avvicendati dal mattino sino a
sera inoltrata, seminari, workshop, conferenze, tavole rotonde, mostre,
open studios, incontri.
La manifestazione, la cui insolita
struttura ricorda le Design week che si avvicendano in ogni città
d’Europa, ha rivolto più sguardi incrociati e molteplici sulla
contemporaneità senza tralasciare però quanto appartiene al recente
passato della disciplina progettuale, riletto attraverso una serie di
mostre che a partire da importanti esperienze internazionali, come la
retrospettiva dedicata ad Armando Milani, è approdata a un omaggio a
Franco Canale e Alfredo Profeta, “pionieri” nel campo del graphic
design a Napoli.
Molteplicità che ritroviamo nella concezione del titolo, quel Design per, volutamente aperto e incompleto, cui sono stati aggiunti di volta in volta i termini relativi ai quattro temi scelti, il libro, l’ambiente, l’impresa, i nuovi linguaggi, sui quali si sono intrecciati gli incontri e i laboratori, le riflessioni teoriche e progettuali. Un Design per che, completato con il suo sottotitolo - Settimana Internazionale della
grafica - rimanda inesorabilmente alla doppia natura del design grafico
oggi, disciplina aperta e trasversale a tutti gli ambiti del design ma
anche legata al “fare progettuale” dove i temi della grafica trovano
applicazione e strumenti nelle riflessioni del design.
Temi
interessanti ai quali altrettanti se ne potrebbero sostituire in future
edizioni che potranno prendere il testimone ricevuto da Napoli e
consentire, come è accaduto nella città partenopea, una duplice lettura
della situazione locale e globale, entrambe dense di problematiche e
temi di riflessione, tangenze e punti di divergenza.
Molteplicità
che si ritrova coerentemente nella scelta grafica, non univoca ma
moltiplicata per quattro, affidata ad Alessandro Cocchia, Matilde
Lepore, Lucia Roscini, Gianluca Tramontano, che della X, ics, per o for per dirla all’inglese, hanno dato una loro interpretazione che
arricchisce il progetto e ricorda il senso e l’importanza del lavorare
insieme e condividere mete e utopie, come si confà a un’associazione.
L’intento
dei responsabili scientifici e organizzativi dell’evento – Beppe Chia e
Daniela Piscitelli – è stato quello di offrire un largo ventaglio di
tematiche sulle quali confrontarsi anche in maniera accesa, in completa
assonanza con la complessità del ruolo rivestito dal graphic designer a
cui si richiede non soltanto un impegno nel campo professionale ma
rivolto anche e prioritariamente alla didattica e alla ricerca.
Il contesto di Design per ha trasformato il termine rete, spogliandolo di qualsiasi significato
che non fosse fatto di facce, accenti diversi, email e numeri di
telefono, obiettivi comuni, piattaforme di lavoro sulle quali
impegnarsi per incontrarsi ancora.
In un momento storico ed
economico difficile come quello attuale va sottolineata la capacità
messa in atto dall’Aiap come associazione, di convogliare risorse per
la costruzione di un evento così importante, creando un fitto sistema
di relazioni tra i principali enti e istituzioni della città, occasione
importante e rara per affrontare insieme e in maniera critica,
tematiche comuni e legate al design. A ognuno di essi va il
ringraziamento per avere contribuito in diversa misura e in vario modo,
alla realizzazione di Design per, che è stato accolto in
prestigiose sedi della città, il Rettorato della Seconda Università
degli Studi di Napoli, il Museo Pan, il Museo Madre, l’Accademia di
Belle Arti, il Museo Hermann Nitsch.
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18 January 2021