Design dell′informazione
Tassonomie per la progettazione di sistemi grafici auto-nomatici.
Un manuale di design dell′informazione, di ampio respiro teorico, per la progettazione di qualsiasi sistema informativo computerizzato.
Quali sono le problematiche che ricorrono nella progettazione di un sito web, di un sistema di visualizzazione dell′informazione, insomma, di qualsiasi sistema informatizzato dotato di un′interfaccia grafica? Una teoria dell′informazione che cerca di definire un quadro unitario utile alla progettazione di qualsiasi sistema comunicativo informatizzato, attraverso l′individuazione di una serie di tassonomie che riducono il panorama dell′ICT ad un numero limitato di categorie di uso pratico. Incrociando la dimensione estetico-percettiva, relativa al design dell′informazione, con la dimensione operativo-cognitiva, relativa all′implementazione tecnologica, il testo si pone l′obiettivo di ordinare e chiarire: quando, come e perché utilizziamo certi tipi di simboli grafici nelle soluzioni d′interfaccia; quali sono le forme grafiche e le strutture informative attraverso le quali organizziamo e visualizziamo l′informazione; quali sono le modalità d′interazione ad esse associate; per identificare, nel capitolo conclusivo, le relazioni chiave che i tre livelli stringono durante la configurazione di qualsiasi sistema grafico necessario a organizzare, visualizzare e interagire con il sapere.
Dalle prefazioni ″Proponendo un′analisi nella tradizione di Jacques Bertin o Emil Ruder, il libro di Massimo Botta è una rigorosa caratterizzazione dei parametri che governano il progetto dell′informazione all′interno delle interfacce grafiche utente. Attingendo dall′ampia tradizione delle tecnologie della comunicazione, dai tokens attraverso lo sviluppo della scrittura e della stampa – e supportato da molti esempi interessanti e stupendi – Botta delinea la grammatica della rappresentazione dell′informazione oggi disponibile ai progettisti di sistemi informativi computerizzati″ (Gillian Crampton Smith).
″Il libro di Botta si occupa di un certo modo di affiorare automatico e autonomo: questo significa il neologismo auto-nomatico. Un affiorare e un interagire ′organico′, che ricorda da un lato le life forms di Steven Levy e dall′altro la memetica di Dawkins. Ma Botta non si limita a questo: approfitta della constatazione di questa remediation, come direbbe Bolter, per riorganizzare il campo disciplinare″ (Giovanni Anceschi).