Progetto grafico 16
dicembre 2009
In “Progetto grafico” 16, dal volume di Caterina Marrone I segni dell’inganno. Semiotica della crittografia di prossima uscita nella collana Scritture, Stampa Alternativa & Graffiti/Nuove scritture, l’anticipazione dell’intero terzo capitolo del volume Scrivere per nascondere, leggere per scoprire: che parte dal racconto della passione rinascimentale per la crittografia, dal trattato De componendis cyfris di Leon Battista Alberti alle incursioni di altri grandi intellettuali del Cinque e Seicento, per finire con i loro esiti contemporanei, dalla macchina Enigma della Seconda guerra mondiale ai codici ASCII e Unicode degli attuali computer.
In apertura del numero Giovanni Lussu e Antonio Perri nell’articolo Scrittura della scrittura presentano il volume di Caterina Marrone e introducono l’estratto pubblicato: “Proprio per la sua deliberata riduzione dell’alfabeto a pura notazione (i processi di decrittazione prescindono infatti largamente dalla comprensione del testo trattato) e per la suggestione in primo luogo grafica degli esempi… esposti, la crittografia ben si presta a riproporre di nuovo le generali problematiche della scrittura”.
Nell’apertura di Lussu e Perri non mancano gli spunti polemici ad esempio con il ‘mondo accademico’: “Appare ancora imperante, nonostante la sempre crescente massa di conoscenze, sperimentazioni e riflessioni in contrasto con esso, quello che può ormai essere descritto come un ‘paradigma’ nell’accezione di Thomas Kuhn. In un celebre studio di epistemologia e storia della scienza, La struttura delle rivoluzioni scientifiche (Einaudi, 1969), pubblicato originariamente nel 1962, Kuhn analizzava il sistema di vincoli (in primo luogo di natura e ambito accademici) che hanno sempre reso faticosa l’accettazione di nuove e radicali impostazioni della conoscenza. Valga per tutti il paradigma della descrizione tolemaica del sistema solare rispetto a quella rivoluzionaria, copernicana”.
E ancora: “il vantato primato dell’oralità e l’opposizione oralità vs scrittura continuano a generare equivoci e altre inquietanti opposizioni (creatività vs razionalità, arte vs scienza ecc.), perché tanto forte è il paradigma che persino il buon senso sembra venir meno: ed è prima di tutto una questione di buon senso ritenere che i nostri lontani progenitori, parallelamente ai segni vocali abbiano sviluppato quelli gestuali, vale a dire le più antiche forme di scrittura; e poi abbiano imparato a disporre e tracciare quelli grafici”.
Le questioni sulla scrittura, ci dicono Lussu e Perri in questo breve saggio, sono quindi circondate da vincoli culturali e dall’ignoranza: “appare quindi necessaria una discussione che sia finalmente approfondita, che parta da fondate conoscenze, che sia fatta da ‘discorsi e dimostrazioni’ e non da luoghi comuni tardoromantici”.
Sulla copertina di Progetto grafico 16 gli omini trascrivono, ripetuta più volte, la testata “Progetto grafico”. Sono tratti dal secondo capitolo del libro di Caterina Marrone del quale in Pg 16 si dà una anticipazione. I segni di questa crittografia comparvero originariamente nel racconto di Conan Doyle, L’avventura degli omini danzanti (Sherlock Holmes, ovviamente).