Progetto grafico 06

settembre 2005

16.00 €
14.40 € PER I SOCI AIAP

Descrizione

Fece cosa realistica l’Aiap (che pubblica questa rivista) qualche anno fa ad allontanarsi dal mondo della creatività per imboccare la strada del progetto? Importa a qualcuno in questo paese del progetto grafico? importa ai nostri colleghi rappresentarlo? siamo poi certi che invece non sia proprio all’art pour l’art (1) che tendiamo e dove ci spingono inesorabili schiere di ignoranti clienti? Che non siano proprio gli strumenti della seduzione, e non del ragionamento, quelli ai quali ci affidiamo e sui quali ci viene chiesto di cimentarci? Da parte nostra manderemo avanti la nostra idea di progetto grafico, ne testimonieremo storie, esperienze e affinità lasciando ad altri gli strumenti del fascino e della seduzione. In questo numero, ad esempio, dedichiamo molte pagine al lavoro di due grandi maestri: Sutnar e Muratore [pagine 40 e 100]. Entrambi avevano a che fare con questioni di mercato (cataloghi, depliant, volantini, anche campagne pubblicitarie) ma nella loro comunicazione non c’è traccia di seduzione. L’apertura di questo numero di Pg, testimonia di una lunga esperienza didattica. I libretti [pagina 8] progettati dagli studenti di diversi corsi in giro per l’Italia ci riconducono, come dicono Giovanni Lussu e Antonio Perri che hanno curato la sezione, a riflettere su questioni fondamentali per la grafica. E la scuola, proprio la scuola, il contatto e l’esperienza concreta con gli studenti, ancora una volta sembra essere l’unica possibilità per ritrovare, far crescere e maturare un’idea di grafica, ma i tempi sono lunghi. Continuiamo a parlare di insegnamento della grafica registrando le idee opposte di Mauro Zennaro [pagina 74] e Roberto Pieracini [pagina 82]. Una evidente sezione trasversale di questo numero di Pg è quella dedicata alla Cina che raccoglie lo sguardo sbalordito di Benno Simma [pagina 116] di fronte ai grattaceli che a Shangai crescono a vista d’occhio, la visione di alcune tavole di He Youzhi [pagina 122] tratte dalla sua autobiografia e un ampio reportage di Daniela Piscitelli [pagina 124] sul design grafico in un paese che come tutti vediamo si avvia a riconquistare un ruolo dominante nell’economia mondiale. Per il resto vi rinviamo al sommario e alla lettura delle pagine che seguono a iniziare dal testo di Fabrizio M. Rossi che ci racconta di Mallarmé [pagina 28] e della sua sistematica quasi ossessiva attenzione alla forma del testo. E in un’epoca in cui il testo è più che altro un ingombro, un grigio, un blocchetto e così via, la cosa può essere utile.
Alberto Lecaldano

1. Alludo alla definizione di Giovanni Anceschi che come prima cosa abbiamo pubblicato nel n. 1 di questa rivista.

Editore
Aiap edizioni

Data uscita
2005