Progetto grafico 03
novembre 2004
La sezione CYAN di questo numero è dedicata al progetto grafico per la rete. È aperta dall′intervista [a pagina. 84] di Lorenzo De Tomasi a Paolo Campanelli che da 10 anni progetta per il web, e che ha vissuto l′esplosione della comunicazione su internet e parallelamente quella della new economy. Gli anni della frenesia sembrano finiti e il mercato sembra andare alla ricerca di maggiore riflessione e consapevolezza. Ancora sul web un articolo di Massimo Scognamiglio [a pagina. 92] e due brevi interventi di Antonio Perri, semiologo, [a pagina. 96] e Marianna Rossi, studentessa di grafica al Ludi della “Sapienza” di Roma [a pagina. 98] . L′impostazione di questa rivista deve a molto a un sito (desordre.net). Una singolare confusione di letteratura, fotografia, arte. Nella sua home page appare un′immagine dello studio dell′autore, l′artista francese Philippe De Jonckheere. È un mosaico di diverse foto e in primo piano tutto è replicato nel mirino dell′Hasselblad che le ritrae. Cliccando sull′immagine si aprono cassetti pieni di carte oppure di rollini fotografici e cliccando sulle carte o sui rollini se ne scopre il contenuto. Ma in qualche caso i cassetti mostrano solo il loro contenuto materiale: gomme, matite. “È sufficente cliccare su un elemento, un cassetto, una scatola, un posacenere per vedere cosa nasconde”. Alle pareti dello studio quadri e finestre e una pittura cinese che rinvia a centinaia di testi, disegni, pittogrammi. Il sito è composto di 21.752 schede suddivise tra 533 cartelle e subcartelle. Cos′è: un sito di letteratura? di grafica? di fotografia? Difficile da decifrare. La mappa del sito, del disordine, è un intreccio inesplicabile di linee. È così anche su Pg dove il contenuto è suddiviso in quattro sezioni ma, a guardar bene le cose sono meglio organizzate da fili trasversali immaginari che corrono e rinviano da una pagina all’altra collegando argomenti e contenuti. Ad esempio il tema dell′”altrove” in questo numero è trasversale. Esplicito in una nuova rubrica con le immagini scattate da due grafiche Cristina Chiappini [a pagina. 74] e Giovanna Vitale [a pagina. 76] in Giappone ma anche con il reportage di testo e immagini dello scrittore Josè Ovejero sui fumetti sui muri di Bruxelles [a pagina. 44]. E le pagine curate da Ludovico Gualzetti sulla grafica in Cile [a pagina. 112] sono anche loro solo puntuale documentazione o anche desiderio di stare da qualche altra parte? Le cose spesso sono spunto o pretesto per qualcos′altro come l′articolo di Alessandra Trevisan sulla mostra dell′Avanguardia russa alla Fondazione Querini Stampalia [a pagina. 54]: una buona occasione per andare a chiedere a Giorgio Camuffo qualcosa sul marchio da lui progettato per quella Fondazione [a pagina. 62], ma per fortuna Camuffo ci confonde ancora di più le idee dicendoci che quel segno non è un marchio e manifestando tutta la sua ostilità nei confronti dei marchi. E poi spostandoci di poche centinaia di metri, ancora a Venezia, con Giovanni Anceschi andiamo a vedere cosa ne è successo del nuovo marchio per l′università Iuav [a pagina. 64], oggetto qualche anno fa di un prestigioso concorso internazionale organizzato da Sergio Polano. Sono solo alcune delle cose che appaiono in questo numero; per avere un quadro più esauriente vi rinviamo alla sua lettura e come prima cosa alla sezione di apertura curata da Mario Rullo e dedicata alla grafica sulla tragedia dei desaparecidos [a pagina. 6] che a sua volta rinvia ad altro: ad esempio al fumetto (nel numero [a pagina. 44], ricordate, ci sono i fumetti di Bruxelles) o alla didattica e più avanti Francesco Cavalli [a pagina. 70] ci racconta della sua esperienza di docente di grafica al Politecnico di Milano rispondendo alla sollecitazione sul tema dell′insegnamento della grafica nelle università lanciata da Ettore Vitale [PG2, pagina. 100]. E così via. Alberto Lecaldano