È scomparso Italo Lupi (Cagliari, 1934 — Milano, 2023)
Come associazione salutiamo un grande maestro, con le parole di Mario Piazza.
— La notizia della scomparsa di Italo Lupi ci addolora molto. Questa non è la sede delle analisi storiche, è solo un lampo, la necessità di far riverberare oggi alcuni tratti della sua personalità di progettista.
La sua grafica è stata come assistere ad una di quelle partite di calcio dove gioca una squadra di assoluta bravura (ad esempio, il Brasile di Pelé). Li vedi giocare e ti stupisci del ritmo facile facile, dell’assoluto controllo del campo, delle abilità dei fantasisti. Gli avversari non esistono, scompaiono di fronte a tanta scioltezza, a tanta facilità di esecuzione, a tanta allegra musicalità. Il goal è una certezza.
Rivedendo nel loro insieme i progetti di Italo, ad esempio l’enorme corpus di lavori realizzati per la Triennale di Milano, la sensazione è questa. Lupi ha organizzato un’impianto visivo, ricco di riferimenti, modulare ma non schematico, capace di accogliere sollecitazioni plurime. Si percepisce il senso di un rigore raggiunto e risolto a monte, così da lasciare un’ampia libertà di azione e movimento.
Il brio di gestire il piano visivo con duttilità e discrezionalità sottrattiva.
Lupi è stato anche l’autore del marchio istituzionale della Triennale, che risultò vincitore ad un concorso ad inviti. Una giuria qualificata ne giustificò la scelta anche per la matrice araldica, che venne invece criticata dalla stampa (“Immobile, goffo, eppur vincente” titolò ad esempio il Sole 24Ore). In realtà dopo anni e anni di utilizzo e di numerosi cambiamenti di orientamento e politica culturale dell’ente, ma anche di rinnovamento e riordino delle sue strutture edilizie, questo marchio ha retto fino al 2019. E anche tutto il dispositivo visivo allora progettato ha funzionato, perché elegantemente autorevole, un’opera “aperta”, dove l’istanza registica è la chiave di volta del sistema, ma si appoggia su un impianto formale molto ben disegnato. Un’immagine niente affatto paludata, da “istituzione del design”, ma espressivamente ludica, curiosa e inventiva. Nella grafica di Lupi si sono fuse perfettamente le linee originali (o meglio il sentimento) della grafica italiana: quel costruire la pagina, l’annuncio o lo spazio con una grammatica generativa, fantasiosa e piena di colore, e quella brillantezza narrativa, che gioca a tutto campo, sorprendente ed incantata. L’abilità dei fantasisti.
Sapersi muovere in questi territori è stato un dono e averlo fatto con metodo e passione, gentilezza e misura resterà una grande garanzia per il futuro della grafica, anche di quella italiana. —
Laureato in architettura al Politecnico di Milano, si dedica all’architettura degli allestimenti, a progetti coordinati di graphic design e di grafica editoriale. Consulente di immagine de la Rinascente, di IBM Italia, della Triennale di Milano, art director di Domus, dal 1992 al 2007 è direttore responsabile e art director di Abitare.
Ha disegnato la grafica di grandi mostre e Musei come Palazzo Grassi, Stupinigi, in collaborazione con Achille Castiglioni i padiglioni RAI e Bticino, e molti altri.
Con Migliore e Servetto ha progettato il Look of the City di Torino per le Olimpiadi 2006 e le Celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, sintetizzate dalla grande installazione luminosa sulla Mole Antonelliana.
Riceve numerosi premi tra cui due Compassi d’Oro, il Compasso d’Oro alla Carriera, il German Design Award 2011, la medaglia di Bronzo dell’International Design Award di Los Angeles 2012, il primo premio Penn Club/Fedrigoni, la menzione d’onore al Typomundus di Praga. È Honorable Royal Designer a Londra, è membro AGI (Alliance Graphique Internationale), è nella Hall of Fame dell’Art Directors Club Italia.
È socio onorario AIAP dal 2014.
Nel 2015, il Politecnico di Milano gli ha conferito una laurea ad honorem in Design della comunicazione.