L'esposizione è il racconto del lavoro svolto in prima persona da
Munari per un particolare marchio editoriale. Il Club degli Editori
rappresentava infatti l'idea di Arnoldo Mondadori di allargare la
cerchia dei lettori offrendo una collezione qualificata di titoli, ma
venduti solo per corrispondenza.
Munari ha progettato il marchio
della "casa editrice" ed ha disegnato, di mese in mese, le copertine
dei primi sei anni di vita di quest'esperienza editoriale.
Un corpus quindi molto consistente di progetti, che di copertina in
copertina, si trasforma in una sorta di personalissimo diario visivo,
dove grafica e illustrazione svolgono il compito di presentare al
meglio i contenuti dei romanzi, ma anche di rendicontare l'approccio
dell'autore attraverso rimandi, riprese, riusi e re-invenzioni. Un
sorprendente laboratorio dove la sperimentazione e le ricerche visive
di Munari trovano una formalizzazione, che è al tempo stesso un approdo
e un esito, ma anche l'avvio di una nuova avventura.
La mostra
presenta tutte queste relazioni ed intrecci che consentono di collegare
i progetti ai lavori precedenti e successivi svolti da Munari come
grafico e progettista. Le copertine messe in mostra fanno parte della
"Collezione Munari" del Centro di Documentazione sul Progetto Grafico,
che Aiap ha costituito col proposito di raccogliere, organizzare,
catalogare e valorizzare le testimonianze, la storia e le ricerche
della progettazione grafica e della comunicazione visiva. Un punto di
riferimento per il graphic design nel curioso vuoto di documentazione
relativa ad un settore importante per il design italiano ma che ancora
deve essere pienamente valorizzato e un supporto utile agli studiosi,
ai ricercatori, agli studenti, ai collezionisti e agli appassionati
della grafica e della comunicazione visiva.
Galleria Aiap dall'11 al 24 aprile 2008
a cura di Mario Piazza
con la collaborazione di Chiara Calascibetta
Quella di Munari è la prima di una serie di esposizioni, che di volta in volta porteranno alla luce la storia e i racconti di frammenti sommersi o dimenticati del nostro passato visivo e di costume. O del nostro recente presente.
18 January 2021