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Concorsi NO: "Sile, oasi d'acque e di sapori"

Ancora un bando di concorso, indetto da una pubblica amministrazione, che non risponde in alcun modo alle norme Aiap e Icograda.

Ci chiediamo a questo punto se la formula del concorso di idee sia davvero l'unica possibile per commissionare un valido progetto di comunicazione visiva, e non, in alcuni casi, una scorciatoia per ottenere proposte a buon mercato (a discapito della qualità) senza alcuna considerazione per la professionalità dei progettisti grafici.

Invitando i nostri associati e tutti i professionisti della comunicazione a non partecipare, pubblichiamo qui di seguito il testo della lettera inviata dal collegio dei probiviri Aiap al Comune di Treviso, ente banditore.

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Oggetto: Concorso di idee per la realizzazione del logotipo/marchio per la Comunicazione istituzionale e la promozione del progetto “Sile, oasi d’acque e di sapori”

Spettabile Assessorato alla Cultura Comune di Treviso, ci è giunta segnalazione del bando: Concorso di idee per la realizzazione del logotipo/marchio per la Comunicazione istituzionale e la promozione del progetto “Sile, oasi d’acque e di sapori”.

Aiap, Associazione italiana design della comunicazione visiva, nata nel 1945, lavora con l’obiettivo di promuovere la cultura del design, in tutto il nostro Paese ritenuto elemento strategico, per far sì che mantenga un livello di eccellenza e continui a essere una delle voci più importanti dell’economia nazionale e fonte di giustificato orgoglio.

È tra i nostri compiti valutare i bandi, le gare e i concorsi emessi sia da enti pubblici che privati, sia per tutelare i nostri associati che, come accade sempre più spesso, per affiancare le istituzioni nella redazione dei concorsi e i bandi di gara e nella valutazione dei progetti pervenuti.

Esiste, a tal proposito, un organismo internazionale, denominato ICOGRADA (al quale Aiap aderisce), che stabilisce una serie di norme che, se rispettate, fanno di un concorso un’occasione di crescita sia per il singolo ente committente, sia per l’intero sistema della comunicazione. Principi utili anche a diffondere quelle metodologie e quelle procedure che possono diventare di esempio ed essere essi stessi strumenti di formazione e modello da emulare. E che invece, se non rispettate, tendono a diffondere disordine, ma soprattutto istituire pratiche non in linea con le più avanzate direttive europee. Sul sito http://www.aiap.it/documenti/8051 è possibile scaricare tutta la documentazione in merito.

Nel caso del concorso in oggetto emergono pesanti criticità sulle quali è opportuno riflettere poiché siamo convinti che i risultati di un concorso siano direttamente proporzionali alla qualità di quanto proposto, alla trasparenza delle norme, alla congruità dei premi, alla capacità di esprimere con correttezza e chiarezza i temi e le motivazioni di gara, alla composizione della giuria.

La principale risiede nel fatto che il concorso sia aperto a tutti, grafici e non, e testimonia l’assoluta mancanza di considerazione da parte della vostra amministrazione nei confronti del mestiere del grafico, una professione che richiede competenze tecniche e culturali che si realizzano attraverso anni di formazione e di esperienza sul mercato. Inoltre, il premio previsto di 1.500 euro lordi non è assolutamente congruo a quanto richiesto. Pur consapevoli delle difficoltà economiche delle pubbliche amministrazioni, vediamo in questa pratica un pretesto per ottenere progetti a buon mercato, di dubbia qualità, e ci chiediamo quanto questo sia effettivamente utile per la cittadinanza.

In relazione a quanto esposto precedentemente, vi informiamo che di conseguenza richiederemo ai nostri associati, attraverso i nostri canali di comunicazione, di non partecipare al concorso. Cosa che faremo al più presto perché siamo molto allarmati rispetto a quanto il lavoro progettuale e creativo sia sempre più svalutato e non valorizzato, e riteniamo nostro dovere difendere sia la qualità del lavoro di progettazione, ora anche per legge professione riconosciuta, che il diritto a vedere retribuito a ognuno il proprio lavoro, come è previsto sia dal comune buon senso che dalla Costituzione (Art. 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa […]).

Distinti saluti.

Collegio dei probiviri Aiap


( 5 Feb 2015 )


 

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18 January 2021

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