Volume realizzato a seguito della mostra
“Franco Bucci, Massimo Dolcini, Gianni Sassi”,
tenuta presso Musei Civici di Pesaro
Palazzo Mosca, 14 luglio / 8 dicembre 2013.
Questo libro racconta una storia. Una piccola ma incisiva storia della vita culturale italiana. Siamo a Pesaro, tra gli anni Sessanta e Novanta, nella provincia che cresce sull‘onda dell‘economia dei distretti. Tre attori – due pesaresi, Bucci e Dolcini e un milanese, Sassi – si incontrano e mettono in comune in modo diretto e coinvolgente, gli universi paralleli e complementari di quanto hanno fatto per l‘arte, la comunicazione, il design e la grafica.
La storia inizia in due scuole, l‘Istituto d‘arte Ferruccio Mengaroni di Pesaro e l‘ISIA di Urbino. Nella prima si formano grandi artisti e colti artigiani. Nella seconda troviamo, già dalle origini, come docenti e allievi i migliori grafici italiani. Qui si sono formati Franco Bucci, raffinato artigiano/artista che con la sua produzione di oggetti d‘uso portò alta qualità nel quotidiano e Massimo Dolcini, dirompente e avvincente personaggio che fece della sua grafica, facile e colta, lo strumento perfetto per parlare e coinvolgere i cittadini.
Negli anni settanta l‘incontro con Gianni Sassi, grafico, operatore culturale, organizzatore di straordinari eventi, produce un cortocircuito teorico e esperienze uniche nella scena culturale italiana.
Questi tre protagonisti sono uniti dall‘inesauribile passione per il proprio lavoro. Si stimano e hanno un profondo senso di appartenenza al territorio. I loro sguardi sanno andare oltre, immaginano spazi più ampi per la cultura, oltrepassano i generi e gli steccati delle discipline. Il volume illustra queste pulsioni e li contestualizza storicamente con “flash” tematici su gli artisti, le vicende e la produzione artistica di quegli anni. È un viaggio affascinante che nel raccontare l‘originalità di pensiero e di azione dei tre protagonisti, riesce a sottolineare le qualità diffuse sul territorio in quel particolare momento: l‘importanza delle scuole come luogo di crescita culturale grazie alla qualità delle maestranze tecniche e dei docenti/artisti; il ruolo attivo e coraggioso della pubblica amministrazione, pronta a riconoscere l‘autonomia progettuale - dalla grafica all‘architettura - per il bene comune dei cittadini.
È un patrimonio culturale condiviso e sentito. Appartiene ad un territorio, che attraverso le vicende personali e professionali di Bucci, Dolcini e Sassi, ha scritto una storia unica, offrendo nell‘azione del fare quotidiano con la ceramica, il manifesto, l‘insegnamento, l‘organizzazione di eventi, una straordinaria riflessione teorica sui confini delle discipline e sul loro senso sociale. Un esempio di eccellenza che è tutt‘oggi riconosciuto in Italia e all‘estero, ma che rimane anche una bellissima storia di tre amici.
18 January 2021