Cinque domande allUlivo
Abbiamo posto cinque domande a sei canditati dellUlivo su questioni riguardanti la formazione e la professione del Progettista grafico.
[b]On. Gloria Buffo,[/b]
Candidata alla Camera nella lista dellUlivo
nel collegio Milano 2
[b]On. Enzo Carra,[/b]
responsabile settore editoria della Margherita,
candidato alla Camera nella lista dellUlivo nel Lazio.
[b]Sen. Vittoria Franco,[/b]
capolista al Senato per i Ds in Toscana
[b]Sen. Luciano Modica,[/b]
senatore Ds e candidato al Senato in Toscana
[b]On. Giorgio Panattoni (Ds),[/b]
componente della Commissione parlamentare
di vigilanza sulle telecomunicazioni
[b]Vincenzo Vita,[/b]
Assessore alla cultura della Provincia di Roma,
candidato alla Camera
nella lista dellUlivo in Puglia
Ecco le domande seguite dalle risposte che ogni candidato ha dato. Giorgio Panattoni ha dato una risposta complessiva alle cinque domande.
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In un celebre articolo pubblicato nel 1933 su "Campo grafico" da G. Peviani e recentemente ripreso da Sergio Polano su "Progetto grafico" e intitolato Rassegna del brutto erano illustrati allora come oggi decine di esempi di brutta grafica a opera soprattutto delle pubbliche amministrazioni.
La definizione brutta grafica certo andrebbe precisata ma basta guardarsi intorno per dire che sia Peviani che Polano hanno abbondantemente ragione.
Pensiamo che questa grave situazione sia in qualche modo ascrivibile alla insufficente formazione nel settore.
In Italia i corsi di laurea specifici per il progetto della comunicazione visiva sono pochissimi, in molti atenei la grafica nella grande e angusta casa degli architetti, oppure ora addirittura in quella di Scienze delle comunicazioni.
La formazione in questo settore praticamente assente. sconfortante il paragone con quanto accade allestero.
Sembra evidente che ci sia finalmente necessit di azioni che sostengano una disciplina che oramai da pi di cinquanta anni in Italia alla base di quel famoso Made in Italy portante della nostra economia.
Cosa pensate di fare?
[i]Gloria Buffo[/i]: Mi sembra saggio istituire corsi di laurea ad hoc. Che siano per fondati su una forte conoscenza disciplinare.
[i]Enzo Carra[/i]: Per non sbagliare: un incontro con lAssociazione dei grafici al fine di individuare i punti di una possibile, concreta iniziativa legislativa.
[i]Vittoria Franco[/i]: Pensiamo che, in generale, sia necessario affrontare il tema della formazione delle professioni artistiche, creative ed intellettuali, come uno dei punti di partenza per costruire un sistema integrato della produzione culturale ed immateriale in Italia. Si tratta, per, di una problematica indubbiamente complessa che richiede listruttoria di un percorso di elaborazione e di riprogettazione generale, anche al fine della armonizzazione dei criteri minimi di formazione che, naturalmente, dovr essere affrontata insieme agli attori del settore.
[i]Sen. Luciano Modica[/i]: L'istituzione di nuovi corsi di laurea sulla comunicazione visiva spetta, in regime di autonomia, alle universit non allo Stato. Non si tratta quindi, almeno in linea di principio, di approvare nuove norme di legge, quanto piuttosto di capire se vi siano ostacoli nelle norme vigenti (per rimuoverli) e di incentivare la formazione superiore in questo campo oggi cos importante.
Occorrerebbe quindi capire in quali atenei vi siano disponibili competenze sufficienti al riguardo, potendosi anche ricorrere naturalmente ad esperti professionisti esterni almeno per alcuni insegnamenti. Sarebbe forse pi facile istituire curricula specifici all'interno di corsi di laurea esistenti, meglio se "inter-classi", cio interdisciplinari tra le classi delle lauree in architettura, in scienze della comunicazione e probabilmente anche in disegno industriale. Sarebbe comunque interessante fare chiarezza su quello che c' gi al momento, sia in Italia che all'estero. Non emmeno da escludere che la progettazione grafica della comunicazione visiva possa essere oggetto di corsi master per gi laureati (in varie discipline) piuttosto che di specifici corsi di laurea (triennale).
[i]Vincenzo Vita[/i]: del tutto ragionevole immaginare una formazione specifica sulla grafica professionale. Esistono in Italia numerosi corsi di laurea in Scienze della Comunicazione e in tale contesto sarebbe auspicabile avere specifici percorsi formativi. evidente che il prossimo governo dovr tenerne conto.
[b]2.[/b]
La professione di Progettista grafico ha comunque un riconoscimento anche se molto limitato nella formazione pubblica a vari livelli ma poi di fatto non viene riconosciuta dalla medesima cosa pubblica (che non sa individuare e utilizzare le peculiari competenze) nellatto di amministrare le risorse. Ci domandiamo: perch un laureato in design della comunicazione non pu partecipare ad un bando pubblico per la progettazione di una segnaletica,
mentre consentito ad ingegneri ed architetti?
Come fa lo stato da una parte a formare un professionista e da un'altra negarne le competenze?
[i]Gloria Buffo[/i]: Non pu perch quella italiana una visione arretrata per questo bisogna modificare la situazione.
[i]Enzo Carra[/i]: Perch non passata ancora la riforma degli ordini professionali come la vuole il centrosinistra.
[i]Vittoria Franco[/i]: Esistono incarichi professionali che racchiudono le qualit e le compenze tecniche peculiari di diversi settori di attivit. Il problema italiano spesso quello di una divaricazione tra i contenuti della formazione e le reali esigenze del mercato del lavoro. A questo si accompagna la forte settorialit degli ambiti professionali nei quali le professioni muscolarmente pi solide riescono ad emergere e ad autopromuoversi pi agevolmente. Anche in questo caso necessaria unopera di ricomposizione e di promozione del rapporto professionale tra specialit diverse, ma affini, e la creazione di una relazione diretta tra domanda e offerta di competenze tecnico professionali.
[i]Sen. Luciano Modica[/i]: La necessit di intervenire nella giungla delle professioni regolamentate ben presente nel programma dell'Ulivo, soprattutto per evitare le vere barriere che si sono create all'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro professionale. Ogni eccessiva "riserva" di competenze, soprattutto in un mondo in cui nuove professioni nascono ogni giorno, finisce col rappresentare una barriera. D'accordo quindi nel liberalizzare l'accesso ai concorsi pubblici, lasciando che talenti e merito di ciascuno possano essere valorizzati. Anche in questo caso, per occorre non dimenticare che le amministrazioni pubbliche (in particolare gli enti locali) godono di ampia autonomia e quindi si tratta di favorire una nuova cultura piuttosto che di appesantire di nuovo in modo statalistico il quadro normativo.
[i]Vincenzo Vita[/i]: S vero. Un laureato in design della comunicazione dovrebbe poter partecipare ai concorsi pubblici, cos come avviene per i suoi colleghi in omologhe discipline.
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Nel vostro Programma di Governo 2006/2011 si legge: "riconoscere le nuove professioni e le loro associazioni". Aiap l'Associazione dei grafici italiani.
Aiap non pratica una politica di difesa corporativistica ma soprattutto si occupa di contribuire alla maggiore consapevolezza delle componenti di natura etica insite nella professione del Progettista grafico e opera costantemente per la formazione e per far crescere la qualit del lavoro dei propri iscritti.
AllAiap stata attribuita dal Cnel la facolt di riconoscere ai propri associati un attestato di competenza. un primo passo in attesa della definizione delle caratteristiche che deve avere una Associazione professionale e listituzione presso la Presidenza del Consiglio di un Dipartimento delle associazioni professionali.
Bene, allora presto sar finalmente definita tutta questa annosa questione che riguarda non solo gli esercenti lattivit di Progettista grafico ma decine di altre attivit intellettuali?
[i]Gloria Buffo[/i]: S.
[i]Enzo Carra[/i]: nostro impegno raggiungere lobiettivo enunciato nel nostro programma. Dobbiamo integrare queste esigenze nella nostra legge, non dimenticando che esiste una legislazione regionale a cui pur ci si deve riferire.
[i]Vittoria Franco[/i]: Lo sviluppo delle associazioni professionali fondamentale per ottenere quella relazione diretta tra domanda e offerta di cui si parlava in precedenza. Lo strumento essenziale la capacit delle associazioni di certificare le competenze specifiche di ciascun associato e di farsi da un lato garanti nei confronti del pubblico e dallaltro interfaccia tra mercato e professionisti.
[i]Sen. Luciano Modica[/i]: Il programma dell'Unione si rif alla necessit di regolamentare in modo innovativo tutto il settore delle professioni, rimuovendo corporativismi, barriere all'accesso, cartelli di non concorrenza, riserve di competenze, etc. ma riconoscendo nelle professioni un serbatoio di lavoro e di competenza di enorme importanza nella societ della conoscenza. Per i particolari tecnici della riforma proposta rinvio ai documenti presenti sul sito DS a firma del sen. Battafarano.
[i]Vincenzo Vita[/i]: Il programma di governo proposto da Romano Prodi pone il problema delle nuove professioni e certamente in questo rientra lAssociazione dei grafici italiani. un modo per riconoscere e valorizzare una categoria sempre pi importanze per lo sviluppo dellindustria multimediale.
[b]4.[/b]
Il progetto grafico non semplicemente una vestizione pi o meno attraente di un prodotto comunicativo. Costituisce piuttosto un valore economico aggiunto e un elemento essenziale per lo sviluppo di un ente, sia questo privato o pubblico. In molte paesi europei il riconoscimento del graphic design come risorsa economica si concretizza anche in "settimane della grafica" come a Londra e a
Berlino. Pensate che istituzionalmente, sotto questo aspetto, ci possa (o ci debba) essere un interesse anche in Italia?
[i]Gloria Buffo[/i]: S, da vedere se i promotori debbano essere solo nazionali o anche regionali.
[i]Enzo Carra[/i]: Istituzionalmente, ma non soltanto istituzionalmente dovremo considerare insieme i passi pi opportuni. Certo che le settimane della grafica sono interessanti anche per lItalia.
[i]Vittoria Franco[/i]: Naturalmente s. Il marchio Made in Italy va riempito di nuovi contenuti, specie di quelli ancora non codificati. In Italia abbiamo avuto, finora, una pubblica amministrazione e una cultura politica che hanno inseguito levoluzione e le spinte innovative della societ, del mercato, del contesto culturale e di costume. La grafica come altri settori della creativit bench ampiamente riconosciuta come disciplina e forma espressiva dalla societ, non riuscita interamente ad affermarsi in ambito pubblico come settore di rilievo intellettuale ed economico. La pubblica amministrazione ne fa ampio uso non sempre ottimale ma non ne riconosce le specificit e il valore culturale. Una manifestazione come quelle che gi si tengono in Gran Bretagna o in Germania potrebbe indubbiamente essere al contempo traino e attestazione di un nuovo corso.
[i]Sen. Luciano Modica[/i]: Sarebbe molto bello dare spazio al design grafico con opportune occasioni culturali ed espositive, che potrebbero certamente essere incentivate dallo Stato (ma organizzate da privati e associazioni professionali) nell'ambito di nuove politiche della cultura italiana e del made in Italy.
[i]Vincenzo Vita[/i]: Sono daccordo, contenuto e forma sono elementi inscindibili e voi vi occupate della forma del contenuto, ma soprattutto del contenuto della forma. La modernizzazione del Paese impone un confronto con culture e strutture creative allaltezza della contemporaneit.
[b]5.[/b]
L'affermazione sempre maggiore di sistemi open source la testimonianza dell'emergere di nuove istanze nella condivisione delle idee e dei progetti, istanze che contemplano una radicale revisione del concetto di copyright e di distribuzione culturale. Ne sono un esempio le licenze Creative Commons e strumenti di informazione
cooperativi in rete come Wikipedia e i blog.
Il decreto Urbani ha accolto sostanzialmente le posizioni e gli interessi dei grandi produttori di beni culturali (case di produzione discografiche, cinematografiche, di software, ecc) rendendo illegale buona parte delle esperienze peer-to-peer. Ne ritenete utile una revisione?
[i]Gloria Buffo[/i]: Assolutamente si, in chiave di liberalizzazione.
[i]Enzo Carra[/i]: Quello di Urbani pu essere un primo passo. Ma dovremo rivedere una legislazione che ha appena iniziato a disciplinare rapporti nuovi e inedti.
[i]Vittoria Franco[/i]: S. Fermo restando il diritto alla tutela dei creatori delle opere di ingegno e dei titolari dei diritti connessi, evidente la necessit di uscire da una concezione statica e rigida della diffusione dei contenuti. Ancora una volta, ma il problema in questo caso non solo nazionale, rincorrere la tecnologia, piuttosto che progettare la sua migliore utilizzazione, comporta da un lato lincapacit di intervenire sui profili di illegalit dello sfruttamento che colpiscono direttamente le professioni creative ed intellettuali e della diffusione delle opere e, dallaltro, il rischio di ridurre il potenziale dellinnovazione tecnologica come strumento di accesso e comunicazione culturale. Abbiamo bisogno di trovare soluzioni, in accordo con le categorie, i professionisti e gli utilizzatori, che siano abbastanza duttili da adattarsi ai tempi rapidissimi del progresso tecnologico e nel contempo efficaci a garantire la circolazione dei contenuti e la tutela dei professionisti, per esempio attraverso una pi equa distribuzione del valore dei flussi economici prodotti dallintera filiera.
[i]Sen. Luciano Modica[/i]: Come ho gi sostenuto in Parlamento, una revisione della legge Urbani sulla proprie intellettuale assolutamente necessaria. Anzi necessario un attento ripensamento culturale, politico e tecnico di tutto il tema della propriet intellettuale in un mondo in cui l'accesso e la diffusione delle conoscenze hanno caratteristiche cos diverse che in passato (basti pensare al web e ai motori di ricerca) tanto da aver costituito dei veri e propri nuovi paradigmi cognitivi.
[i]Vincenzo Vita[/i]: Da tempo ci battiamo per lo sviluppo delluso dellopen source e del software libero. Il decreto Urbani va abrogato. Peraltro il risparmio per le pubbliche amministrazione sarebbe immenso e gi in molti paesi, Brasile, India, Spagna, ne fanno uso. In Italia diverse amministrazioni, tra cui la Provincia di Roma, gi hanno presa questa decisione.
[i]Giorgio Panattoni[/i]: Innanzi tutto grazie delle vostre domande, che sottolineano come sia atteso nel paese un cambiamento reale in molti punti che ancora presentano elevata criticit, e non solo sul piano dei servizi essenziali e della economia.
Ovviamente un programma politico, pur molto dettagliato come quello della Unione, non pu scendere al dettaglio di ogni singolo argomento, ma vi sono in esso comunque indicazioni di indirizzo che possono dare una prima risposta ai quesiti che avete posto.
Come da voi rilevato, nel programma vi la sottolineatura della opportunit di riconoscere le nuove professioni e le loro associazioni. Questo in un quadro nuovo di rapporti con le associazioni e gli ordini professionali e secondo gli indirizzi che abbiamo gi espresso con proposte di legge in questa legislatura.
Noi riteniamo che il paese abbia bisogno dellapporto di tutte le professionalit, opportunamente rappresentate, in un quadro aperto e competitivo, perch si possano davvero utilizzare tutti gli apporti di valore per il cambiamento e per il progresso della societ.
evidente che le regole che presiedono alla utilizzazione delle professioni dovranno essere riviste e aggiornate sulla base degli indirizzi espressi.
In questo senso pensiamo di poter rassicurare sulla costruzione di un sistema coerente che cancelli dannose rendite di posizione, ove presenti, blocchi e vincoli superati dal sapere e dalle nuove realt.
Vi ovviamente linteresse di valorizzare con gli strumenti pi opportuni tutte le espressioni del lavoro intellettuale, che costituisce uno dei valori pi importanti per la competitivit dei nostri prodotti, soprattutto in un paese come lItalia, che punta al contenuto estetico e di design come fattore aggiunto e qualificante.
Abbiamo espresso pi volte il nostro supporto ai sistemi open source, che costituiscono un formidabile strumento di arricchimento e di integrazione nella societ della rete. In questo senso crediamo utile una nuova riflessione sul rapporto tra tutela del lavoro intellettuale e libert di lavoro, di scambio e di uso dei prodotti intellettuali.
Queste riflessioni toccano peraltro un tema ben pi vasto del graphic design, come giusto che sia in un paese che deve diventare molto pi attento alla valorizzazione e alla promozione degli strumenti che costituiscono uno dei suoi punti di forza riconosciuti nellambiente internazionale.
Le domande sono di:
Mario Piazza, presidente Aiap
Alberto Lecaldano, direttore di Progetto grafico
Gianni Sinni, curatore del sito Socialdesignzine
( 2 Apr 2006 )