Un marchio per Milano
Come molti di voi sapranno e come tanti stanno vivendo direttamente sulla propria pelle, lo svolgersi del concorso per la progettazione di un marchio per la citt di Milano sta dando luogo a malcontenti e contestazioni tra i partecipanti esclusi, in particolar modo in seno al corpo associativo Aiap. Un numero consistente di comunicazioni giunta alla segreteria dell'associazione richiedendo una presa di posizione nei confronti del Comune di Milano a tutela degli interessi degli associati e spingendosi, in qualche caso, a richiedere l'annullamento della gara.
Proprio il tema dei concorsi era stato oggetto e argomento principe della recente Assemblea nazionale Aiap di Bolzano nel giugno 2005. Un'assemblea in cui l'Aiap aveva con forza invocato la necessit di una maggiore preparazione degli amministratori di aziende pubbliche e private rispetto alla reale natura della nostra professione, della giusta redazione dei bandi e di un pi ferreo rispetto della normativa europea in tema di disciplina delle pratiche di gara.
Nella stessa occasione avevamo per rivolto, anche agli associati, un caloroso invito ad interpretare il proprio ruolo di professionisti del design della comunicazione in una chiave che deve essere quella di impresa totale, richiamando l'opportunit di una preparazione orientata anche al governo dei processi di analisi e gestione del progetto che non esclusivamente al progetto stesso. In breve si era detto, basta piangersi addosso, i peggiori nemici dei grafici in molti casi sono i grafici stessi.
Una soluzione, da Bolzano, scaturita: proporre Aiap come partner e consulente tecnico per gli Enti e le Amministrazioni promotori di bandi di gara per l'appalto di servizi per la comunicazione.
Esattamente quanto successo con Milano prima e con la Regione Sardegna poi. Due bandi in cui Aiap ha partecipato come consulente tecnico per la redazione del 'capitolato' di gara e in cui ha fortemente spinto le amministrazioni promotrici verso l'adozione del disciplinare europeo sui concorsi. Cosa che avvenuta e per la quale l'Associazioe non pu che rallegrarsi.
Aiap ha avuto inoltre l'incarico di sovrintendere i lavori della commissione giudicatrice di 'merito', ovvero della commissione deputata a lla valutazione grafico-formale dei progetti ammessi a partecipare.
Per tornare quindi al tema delle esclusioni e spiegare qual' la posizione dell'Associazione vanno messi in chiaro alcuni punti che sono logica conseguenza delle premesse esposte:
a) Aiap ha avuto un incarico in qualit di consulente scientifico del Comune per la redazione del bando relativamente al solo contenuto di progetto; stata riconosciuta quindi la titolarit di Aiap a costituirsi come soggetto dirimente la materia oggetto di gara esattamente come auspicato nell'assemblea di Bolzano, ma com' ovvio Aiap non ha titolo alcuno rispetto agli adempimenti giuridico-formali previsti dal bando che rispondono, come detto, in senso generale alla normativa europea sugli appalti e in particolare sulle procedure adottate dal singolo comune in materia di appalto servizi.
b) Le procedure di apertura delle buste sono state fatte alla presenza di legali del Comune in seduta pubblica e non stata mossa in quella sede alcuna contestazione, cos come nessuna contestazione stata fatta preliminarmente rispetto alla redazione del disciplinare di gara che oggi in molti giudicano 'eccessivamente rigido'.
c) Gli errori che vengono contestati sono tutti di natura giuridico-formale rispetto a clausole chiaramente indicate nel bando. Ora, in sede europea il rispetto di tali clausole con potere esclusorio rappresenta una condizione imprescindibile per l'ammissione a partecipare a qualsiasi competizione e in ogni caso, condizione mai messa in discussione se non che preliminarmente allo svolgimento delle pratiche di gara. utile sapere comunque che alla esclusione preliminare per uno di questi motivi ci si pu opporre, ma solo a titolo individuale, con una richiesta da sottoporre al TAR, di 'ammissione con riserva'; questa, se accolta, dar la possibilit al richiedente di poter partecipare ai lavori di selezione e di essere sottoposto a verifica sui propri requisiti solo a fine gara.
d) Aiap non aveva titolo per contestare il meccanismo di esclusione e meno che mai di promuovere azioni a titolo di un raggruppamento di associati. Ogni Associazione, cos come per gli ordini professionali, ha titolo di promuovere azioni che riguardino solo interessi riconducibili alla generalit del corpo associativo.
Detto tutto questo, il Consiglio Direttivo Aiap e il presidente Mario Piazza ribadiscono la propria posizione rispetto alla questione in oggetto che vuol essere al contempo tesa alla valorizzazione di tutto il materiale prodotto per il concorso (anche quello escluso), ma anche alla responsabilizzazione dei propri soci circa un aspetto della nostra professione che in qualche caso siamo portati a sottovalutare, o, ancora peggio, a valutare (auspicandone come in questo caso una flessibile applicazione) solo quando ci tocca direttamente.
In altre parole, non possiamo con una mano lavorare per un maggior rispetto delle regole e con l'altra chiedere che si chiuda un occhio quanto le stesse penalizzano i nostri interessi.
Aggiungiamo inoltre che una prima stesura del bando di gara prevedeva quale clausola di preaccreditamento dei partecipanti, la loro iscrizione a una delle associazioni professionali di riferimento in materia, tra cui ovviamente Aiap. Ebbene proprio questa clausola che nasceva quale conseguenza di quel cammino auspicato a Bolzano che tende ormai da decenni al mai troppo vicino riconoscimento professionale, ma, prima ancora, all'ottenimento del Certificato di idoneit professionale riconosciuto dallo Stato (ben pi vicino perch parte delle ormai prossima riforma delle associazioni professionali), stata giudicata da molti stessi soci come 'corporativa' e quindi rimossa.
In conclusione il Consiglio Direttivo auspica che il Comune di Milano vorr dare alla enorme mole di lavori pervenuta, compresi gli esclusi, il massimo della visibilit e la necessaria valorizzazione; a tal fine gi stata formalizzata dall'Associazione una richiesta formale di utilizzo dei materiali. Ove il Comune non potesse o volesse agire in tal senso sar Aiap stessa a dare visibilit al lavoro promosso dai propri associati in questa occasione, attraverso i propri canali di informazione. In nessun caso Aiap pu prestarsi per a mozioni 'popolari' quando queste non possano avvalersi di un fondamento normativo e giuridico; fondamento che per altro Aiap auspica possa regolamentare con la stessa rigorosit non solo la competizione milanese, ma tutte quelle che in futuro tratteranno la messa a bando di servizi riguardanti la nostra professione.
Riteniamo che il lavoro svolto dall'Associazione in questi anni verso una maggiore consapevolezza dello status professionale dei propri associati non possa motivare le minacce di mancato rinnovo dell'iscrizione che in qulche caso ci sono pervenute come sottile minaccia per la supposta 'neutralit' assunta da Aiap nel merito. Se cos fosse non potremmo che rammaricarcene, continuando a ribadire che comportamenti maturi sono quelli in grado di promuovere e far avanzare le istanze pi care alla nostra professione.
Con il nostro saluto,
il Consiglio Direttivo.
Mario Piazza
Alberto Soi
Antonino Benincasa
Letizia Bollini
Mauro Bubbico
Beppe Chia
Leonardo Di Renzo
Giangiorgio Fuga
Marco Tortoioli
(15 Mar 2006 )