Continuo texturale dedicata a Gaetano Kanizsa
dal 12 settembre al 3 ottobre 2001
Galleria d'arte centro culturale Superficie Anomala, via Gian Galeazzo 11, Milano
La mostra a ingresso gratuito sar aperta al pubblico dal marte al sabato dalle 16.30 alle 19.00 fino a mercoled 3 ottobre 2001
Gaetano Kanizsa, professore di Psicologia all'Universit di Trieste, noto a livello internazionale per le sue ricerche sulla percezione, anche in rapporto alle arti visive. I suoi libri pi importanti in questo campo, tradotti in varie lingue, sono: Organization in Vision (New York 1979), Grammatica del vedere (Bologna 1981).
Accanto a quella scientifica ha sempre esercitato una attivit pittorica, un modo diverso e pi libero di indagare l'universo della visione ad un livello certamente pi complesso e pi coinvolgente di quello della ricerca rigorosamente scientifica. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive ed stato invitato a esporre le sue opere anche nella Sezione Colore, Arte e Scienza della XX Biennale di Venezia del 1986.
Come per ogni artista, la mia ricerca si muove su due piani paralleli e complementari: il livello tecnico linguistico e il livello espressivo-evocativo. Considero importanti ambedue i momenti, ma privilegio decisamente l'indagine sul linguaggio, la sperimentazione del mezzo comunicativo. Per me, come per i pittori che, per gli interessi che li caratterizzano, si possono chiamare percettuali, diventa focale l'interesse per il "vedere" e la sua grammatica e quindi per l'esplorazione delle regole percettive che stanno alla base del sottile e problematico rapporto tra operatore e osservatore. In questa prospettiva il mezzo comunicativo, che di norma considerato soltanto e soprattutto come funzionale alla realizzazione di altri fini artistici, assume un ruolo centrale nellosservatore pittorico. La mia indagine indagine linguistica legata alla peculiare tecnica di produzione delle mie opere. un procedimento piuttosto inusuale consistente nellaccostamento di una moltitudine di impronte lasciate dal pennello pressato di punta sulla tela. Le immagini si formano a partire da un nucleo iniziale di segni che si viene man mano ampliando organicamente attraverso successivi apporti di segni di forma sempre diversa e di nuovi nuclei costruttivi. E proprio di una crescita organica si tratta e non della esecuzione di un progetto preventivamente concepito nei dettagli. Infatti l'opera si sviluppa secondo le linee di forza intrinseche alla propria struttura e, come in ogni processo organico, ci che gi esiste contiene il proprio futuro, reclama una determinata continuazione, impone i lineamenti del proprio accrescimento. In un certo senso si pu dire che l'opera si forma da s, poich gli esiti pi soddisfacenti nel mio lavoro sono accompagnati dalla sensazione di essere guidato dalla dinamica dei vettori interni all'opera in evoluzione e di compiere le mie scelte seguendo queste indicazioni e obbedendo a queste spinte. Il procedimento descritto d origine a configurazioni costituite da una complessa trama di superfici diverse per il tipo di grana o di tessuto. Si sa che ogni superficie, nella realt fisica come in quella pittorica, caratterizzata dalla sua materia, possiede una specifica tessitura, ma questo un aspetto che in genere non in primo piano nella consapevolezza di chi osserva un quadro. Qui invece la tessitura diventa protagonista: la sua modulazione, il suo addensarsi e rarefarsi, il suo disporsi lungo varie direzioni, l'andamento curvilineo dei suoi elementi sono fattori sufficienti a creare i principali aspetti del mondo visivo: la segmentazione e la forma, le gradazioni cromatiche, lo spazio tridimensionale, il movimento, le qualit terziarie ed espressive. E proprio il gioco inesauribile e affascinante delle tessiture costituisce l'oggetto primario della mia curiosit, il motivo conduttore della mia ricerca. Per questa ragione queste opere vanno viste anche e soprattutto da vicino. Una visione esclusivamente globale, da lontano, che trascuri la ricchezza della microstruttura non rende giustizia piena alle intenzioni che hanno diretto il mio lavoro di pittore interessato, prima e pi che al risultato, a come esso si viene costituendo, attratto dal "farsi" pi che dal "fatto".
Gaetano Kanizsa dall'autopresentazione, IX Biennale di San Martino di Lupari, Padova 11 viale Gian Galeazzo 20126 Milano telefono 02 581 03 582
(12 Sep 2001 )