Giovedì 7 giugno, presso la Galleria Aiap, sarà proiettato il documentario, curato da Alessandro Colizzi, docente presso l’École de Design dell’Université du Québec à Montréal, su Piero Ottinetti.
Al documentario, della durata di 35 minuti, seguirà una discussione sulla figura di Ottinetti, sulla storiografia e sul ruolo dei protagonisti “scomparsi” nella storia della grafica italiana. Il tutto accompagnato con un buon bicchiere di vino e dalle immagini della mostra “Foto-grafici. Grafici fotografati e grafici fotografi 1930-1980” allestita presso la Galleria Aiap in occasione della Milano Photo Week.
La riflessione critica sulla storia della grafica è un fenomeno relativamente recente e non sorprende che la definizione dei suoi orizzonti disciplinari e metodologici sia tutt’ora fluida. L’assenza di una tradizione storiografica consolidata ha spesso favorito l’adozione di una metodologia propria della storia dell’arte e di un punto di vista interno alla comunità dei designer. In questo senso, la storiografia italiana non fa eccezione, fondata com’è su un canone di personalità attive fra gli anni trenta e sessanta, identificati con la cosiddetta scuola milanese. Benché corretta da un punto di vista fattuale, tale lettura riflette una parte soltanto della complessa realtà storica, trascurando altre figure non necessariamente marginali, né di minore rilevanza.
Piero Ottinetti (nato nel 1927) rientra nel novero di questi ultimi. Piemontese, dopo la Liberazione frequenta a Roma l’Accademia d’arte San Luca e i Convitti Rinascita, dove segue corsi di grafica pubblicitaria. A Milano esordisce come assistente di Remo Muratore, poi di Max Huber. I primi riconoscimenti arrivano grazie all’assidua collaborazione con Montecatini e Pirelli. Grafico, fotografo e illustratore prolifico, Ottinetti conta fra i suoi numerosi clienti Philips, Salmoiraghi, OM, Busnelli, La Cimbali, Lorenz, Ceramiche Marazzi, Lebole, Cotonificio Cantoni. Emigrato negli Stati Uniti nel 1971, il suo nome è stato letteralmente rimosso dalla successiva indagine storica, malgrado l’abbondanza di materiali a suo nome in pubblicazioni dell’epoca dimostri il suo ruolo di protagonista di quella stagione.
Alessandro Colizzi ha incontrato e intervistato Ottinetti negli Stati Uniti. L’incontro si è configurato come un complesso progetto di storia orale. La forma del documentario, pur privilegiando attraverso le interviste una dimensione narrativa personale, permette al ricercatore di apportare un commento critico e di mettere a confronto il contesto culturale italiano e quello nordamericano.
Inoltre, anche se frammentaria, la testimonianza di Ottinetti offre una visione non censurata sulla realtà del design milanese dietro le quinte. In particolare, la ricostruzione giornalistica del suo percorso professionale, piuttosto che ricorrere ad astratte nozioni di talento o merito, mette in luce il ruolo di fattori personali e sociali nel determinare la carriera di un designer.
Implicitamente, insomma, la ricerca affronta una questione epistemologica fondamentale, quella relativa alla natura inevitabilmente selettiva – arbitraria o aleatoria che sia – dell’interpretazione dei dati, del fare storia: pur senza offrire una risposta univoca, il format permette di restituire una dimensione umana alla ricostruzione storica. Come tale, si iscrive nel recente interesse per l’attività di altri professionisti (Lora Lamm, Mario Dagrada, Franco Canale, Magdalo Mussio) e contribuisce a una rilettura più inclusiva e sfumata delle dinamiche creative e di mercato del secondo dopoguerra italiano.
Faccia a faccia con Piero Ottinetti.
Una rilettura della grafica milanese
giovedì 7 giugno
ore 19.30
Galleria Aiap
via Amilcare Ponchielli 3
Milano
( 5 Jun 2018 )
18 January 2021