Anche quest’anno Polpette. L’appuntamento prodotto da Bcpt e Comodo continua la sua indagine sull’effettiva capacità del design e dei designer di incidere sulla società, la vita e la cultura. Qualche volta lo facciamo guardando avanti, altre volte, come quest’anno, buttando un occhio alla nostra storia recente. Una storia di maestri che è importante ricordare e non lasciare all’oblio delle mode. Lo facciamo il 20 ottobre prossimo, invitando come ospite principale Roberto Pieracini, uno dei maestri della grafica in Italia, designer, grafico ‘militante’ si direbbe dei suoi primi anni, poi valente art director Olivetti in momenti diversi dal 1969 al 1990, prima al fianco di Sotsass, poi di Renzo Zorzi occupandosi di campagne, mostre, esposizioni e corporate image; imprenditore della comunicazione nella Milano degli anni '80 e '90 e più recentemente formatore, professore al Politecnico di Milano e direttore dell’Isia di Urbino fino al 2013. Nell’anno in cui esce il suo libro dedicato a tre grandi figure della cultura del progetto italiano, lo invitiamo a una conversazione aperta sul ruolo del progettista nella società e sulla sua effettiva capacità di produrre cambiamenti.
Riportiamo di seguito la scheda completa del libro pubblicata da Aiap in occasione della sua presentazione a Milano durante lo scorso Salone del Mobile.
Questo libro racconta una storia. Una piccola ma incisiva storia della vita culturale italiana. Siamo a Pesaro, tra gli anni Sessanta e Novanta, nella provincia che cresce sull‘onda dell‘economia dei distretti. Tre attori – due pesaresi, Bucci e Dolcini e un milanese, Sassi – si incontrano e mettono in comune in modo diretto e coinvolgente, gli universi paralleli e complementari di quanto hanno fatto per l‘arte, la comunicazione, il design e la grafica.
La storia inizia in due scuole, l‘Istituto d‘arte Ferruccio Mengaroni di Pesaro e l‘ISIA di Urbino. Nella prima si formano grandi artisti e colti artigiani. Nella seconda troviamo, già dalle origini, come docenti e allievi i migliori grafici italiani. Qui si sono formati Franco Bucci, raffinato artigiano/artista che con la sua produzione di oggetti d‘uso portò alta qualità nel quotidiano e Massimo Dolcini, dirompente e avvincente personaggio che fece della sua grafica, facile e colta, lo strumento perfetto per parlare e coinvolgere i cittadini.
Negli anni settanta l‘incontro con Gianni Sassi, grafico, operatore culturale, organizzatore di straordinari eventi, produce un cortocircuito teorico e esperienze uniche nella scena culturale italiana.
Questi tre protagonisti sono uniti dall‘inesauribile passione per il proprio lavoro. Si stimano e hanno un profondo senso di appartenenza al territorio. I loro sguardi sanno andare oltre, immaginano spazi più ampi per la cultura, oltrepassano i generi e gli steccati delle discipline. Il volume illustra queste pulsioni e li contestualizza storicamente con “flash” tematici su gli artisti, le vicende e la produzione artistica di quegli anni. È un viaggio affascinante che nel raccontare l‘originalità di pensiero e di azione dei tre protagonisti, riesce a sottolineare le qualità diffuse sul territorio in quel particolare momento: l‘importanza delle scuole come luogo di crescita culturale grazie alla qualità delle maestranze tecniche e dei docenti/artisti; il ruolo attivo e coraggioso della pubblica amministrazione, pronta a riconoscere l‘autonomia progettuale - dalla grafica all‘architettura - per il bene comune dei cittadini.
È un patrimonio culturale condiviso e sentito. Appartiene ad un territorio, che attraverso le vicende personali e professionali di Bucci, Dolcini e Sassi, ha scritto una storia unica, offrendo nell‘azione del fare quotidiano con la ceramica, il manifesto, l‘insegnamento, l‘organizzazione di eventi, una straordinaria riflessione teorica sui confini delle discipline e sul loro senso sociale. Un esempio di eccellenza che è tutt‘oggi riconosciuto in Italia e all‘estero, ma che rimane anche una bellissima storia di tre amici.
(10 Oct 2017 )
18 January 2021