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Re-programmed Art: an Open Manifesto

Il laboratorio di cultura visiva del SUPSI, Università di Lugano, e l'associazione WeMake, invita alla mostra Re-programmed Art: an Open Manifesto, dal 5 al 29 marzo 2015, presso l'Istituto Svizzero di Milano.

Dal 1 al 7 settembre si segnala, inoltre, il workshop ideato e promosso sempre dal SUPSI e che si terrà al FabLab di Lugano. 

Negli anni sessanta, il Gruppo T ha creato opere d’arte i cui spettatori erano utenti attivi. Attraverso l’organizzazione di un workshop e di una mostra, il progetto Arte ri-programmata: un manifesto aperto mira a coinvolgere un gruppo di artisti e designer italiani e svizzeri nel processo di ri-programmazione open source di opere d’arte del Gruppo T. Gli artisti espanderanno le opere del Gruppo T tramite la programmazione di comportamenti interattivi attraverso tecnologie open source e rilasceranno una documentazione in Creative Commons per supportare la riproducibilita  e l’estensione di queste sperimentazioni da parte di altre persone.

Interverranno:
Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Thibault Brevet, Serena Cangiano, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi, Davide Fornari, Fabio Franchino, Martin Fröhlich, Giorgio Olivero, Azalea Seratoni, Grazia Varisco, Yvonne Weber

Progetto
Arte programmata è la definizione data al corpo di opere di un gruppo di artisti italiani 
attivi tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta. La definizione fu introdotta da Bruno Munari e Umberto Eco nel dicembre 1961 nell’Almanacco Letterario Bompiani e poi nella mostra promossa presso lo showroom Olivetti a Milano nel 1962, dove furono esposti i lavori di Munari, Enzo Mari e degli artisti del Gruppo T (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Grazia Varisco) e del gruppo N. Gli artisti realizzarono oggetti attraverso l’applicazione di processi analoghi a quelli della ricerca tecnologica e di design, ovvero creando prototipi che erano poi riprodotti come serie di artefatti varianti. Bruno Munari aveva indicato una storia dell’arte alternativa a quella fatta da pennelli e scalpelli: la sperimentazione totale. Eravamo all’origine della rivoluzione tecnologica dell’elettronica. Spazio-tempo, divenire, variazione, partecipazione: erano queste le parole chiave del Gruppo T.
Oggi stiamo vivendo, in una società iperindustriale e “liquida”, la maturazione delle strumentazioni cibernetiche e informatiche, e siamo i testimoni della profonda consonanza con il lavoro di questi precursori. Il Gruppo T ha prefigurato un mondo mobile, variabile, metamorfico. La loro arte era già negli anni sessanta interattiva e immersiva, ma all’epoca è stato difficile leggerla, comprenderla e accettarla.

Workshop (1-7 sett 2015)
Durante la settimana di workshop, il progetto "Re-arte programmata: un manifesto aperto" coinvolgerà un gruppo di artisti digitali nel processo di rielaborazione delle opere del Gruppo T. Durante una sessione di hacking di una settimana, gli artisti sono invitati a espandere le opere del Gruppo T attraverso l'attuazione di comportamenti interattivi progettati attraverso tecnologie hardware e software, e di rilasciare un documentazione aperto sotto licenze Creative Commons al fine di sostenere la riproducibilità, l'estensione e ulteriori sviluppi di partecipazione per il pubblico in generale.



Re-programmed Art: an Open Manifesto

Inaugurazione:
giovedì 5 marzo 2015, ore 18.30

Istituto Svizzero 
via del Vecchio Politecnico, 3
Milano

La mostra sarà visitabile:
dal 6 al 28 marzo 2015,
dal lunedì al venerdì ore 11.00-18.00
sabato ore 14.00-18.00
(chiuso domenica e nelle festività).
Entrata libera.


(25 Feb 2015 )


 

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Aiap
via Ponchielli, 3
20129 Milano

18 January 2021

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